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COSA E’ E COME SI PREVIENE LA CARIE?

  • Categoria dell'articolo:Patologie Orali

Un approfondimento su una delle patologie croniche più diffuse nel mondo.

La carie è una patologia multifattoriale a carattere infettivo.

Il segno clinico della malattia è rappresentato dalla soluzione di continuo dei tessuti duri del dente (formazione di cavità morfologicamente irregolari) per erosione della componente  minerale e disintegrazione della componente organica, e si presenta a seguito di un disequilibrio dell’ecosistema orale, in cui le specie batteriche cariogene (in particolare Streptococchi del gruppo Mutans e Lactobacilli) aumentano numericamente a discapito delle specie saprofite. Queste specie batteriche necessitano di carboidrati per sopravvivere e riprodursi, e il metabolismo di queste sostanze, specialmente dei carboidrati semplici, produce degli acidi deboli capaci di demineralizzare smalto e dentina ed è per questo che vengono anche chiamati “acidogeni”.

La patologia cariosa si sviluppa attraverso una complessa interazione nel tempo tra i batteri cariogeni presenti nella placca, i carboidrati fermentabili introdotti con la dieta e fattori legati all’ospite, sia generali che locali.

  • La PLACCA è una complessa aggregazione di batteri organizzati all’interno di una matrice extracellulare la cui composizione varia da individuo a individuo e nel corso della vita di uno stesso soggetto, contribuendo a modificare il rischio di carie. La predominanza di specie cariogene all’interno della placca rappresenta il pre-requisito senza il quale non è possibile l’instaurarsi della patologia; appare quindi evidente come la prevenzione primaria della carie sia da identificare in un’efficace controllo dell’igiene orale.
    Compito del dentista sarà quello di istruire il paziente alle corrette metodiche di igiene domiciliare (frequenza e durata dello spazzolamento, metodica di spazzolamento, utilizzo di filo interdentale e/o scovolini) in relazione all’età ed alle capacità di collaborazione del paziente, stabilire la  frequenza dei controlli periodici e delle sedute di igiene orale professionale e  valutare la necessità di mettere in atto ulteriori strategie preventive in relazione al rischio individuale di carie stimato.
  • La DIETA e le abitudini alimentari del soggetto giocano un ruolo determinante nell’aumento del rischio individuale di sviluppare la patologia cariosa. Come precedentemente citato, gli zuccheri vengono metabolizzati dai batteri cariogeni producendo degli acidi in grado di dare avvio e mantenere il processo di demineralizzazione dei tessuti duri dentali; ogni volta che introduciamo carboidrati con la dieta si assiste ad una riduzione del pH della superficie dentale (una riduzione del pH oltre la soglia limite di 5,5 da inizio al processo di dissoluzione della componente minerale per lo smalto).
    Il potere tampone della saliva consente di riportare il valore di pH oltre la soglia di rischio in circa 30 minuti ed invertire il processo di dispersione dei minerali dalla superficie dentale; la    frequenza con cui introduciamo alimenti o bevande ricchi di zuccheri costituisce quindi un ulteriore parametro da considerare e monitorare affinché non persista troppo a lungo un ambiente favorevole la carie. A questo proposito è consigliabile limitare l’assunzione di cibi contenenti zuccheri fermentabili come dolci, caramelle, cioccolato, bevande zuccherate, e soprattutto evitarne un consumo ravvicinato nel tempo nell’arco dell’intera giornata.
  • Esistono infine moltissimi fattori di rischio per lo sviluppo di carie riconducibili all’OSPITE , sia di carattere generale che locale.

Tra questi vale la pena annoverare l’individuale predisposizione alla patologia (cariorecettività), scarsa esposizione ai composti fluorati, trattamenti ortodontici e anomalie di posizione degli elementi dentali che rendono difficoltose le manovre di mantenimento di una adeguata igiene, disabilità, presenza di patologie sistemiche o trattamenti un grado di alterare la composizione ed il flusso salivare (ad esempio irradiazione del distretto cervico-facciale).

Le variazioni quali-quantitavie del flusso salivare rappresentano il fattore di rischio più importante poiché la saliva svolge numerosi funzioni nel mantenimento della salute orale: contiene sostanze che le conferiscono proprietà antibatteriche ( immunoglobuline, sistemi enzimatici come lattoferrina, lattoperossidasi, lisozima..), è in grado di riportare la soglia di pH sopra la soglia critica di demineralizzazione grazie al sistema tampone bicarbonato-fosfato già citato, contiene ioni calcio, fosfato e fluoro che sono in grado di favorire i processi di remineralizzazione delle superfici dentali.

Dalla considerazione di tutti i fattori influenti potrà essere stimato il rischio di sviluppare carie specifico di ciascun paziente, e decidere di adottare misure di prevenzione aggiuntive come la sigillatura dei denti molari e la fluoroprofilassi.

FLUOROPROFILASSI

Con il termine di fluoroprofilassi si fa riferimento alla prevenzione della carie attraverso l’utilizzo del fluoro, composto che più di ogni altro è capace di favorire i processi di remineralizzazione.

La somministrazione del fluoro può avvenire per via sistemica (integratori fluorati) o per via topica, mediante l’applicazione domiciliare o professionale di presidi che erogano fluoro in alte concentrazioni a diretto contatto con le superfici dentali (gel, dentifrici, colluttori, vernici al fluoro).

Secondo le linee guida del Ministero della Salute, “la prevenzione della carie attraverso l’utilizzo del fluoro è necessaria per tutti gli individui” e “gli integratori fluorati devono essere prescritti dal pediatra nei casi di oggettiva difficoltà alla somministrazione topica di fluoro attraverso il dentifricio o come metodica di fluoroprofilassi aggiuntiva nei soggetti a rischio di carie”.

La frequenza , posologia e/o durata di applicazione dei composti fluorati deve essere calibrata in base all’età, il rischio di carie e, là dove possibile, anche tenendo conto di variabili quali le abitudini alimentari del paziente e ambientali (fluorazione delle acque).